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Le notizie migliori arrivano dall'usato

di Gian Primo Quagliano *

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1 DICEMBRE 2008

Strano rapporto, quello che intercorre tra il mercato delle auto usate e gli incentivi alla rottamazione. Nel 1997, con la prima stagione delle agevolazioni statali, domanda e quotazioni dell'usato subirono un vero e proprio tracollo a causa della concorrenza del nuovo superincentivato e superscontato.
Nel 2008 la buona tenuta delle quotazioni dell'usato è invece in larga misura responsabile del fallimento degli incentivi alla rottamazione. Il bonus statale previsto per quest'anno, e sensibilmente ridimensionato rispetto al 2007, è, infatti, in troppi casi inferiore, e talvolta largamente, al prezzo che sul mercato si può spuntare per un'autovettura usata rottamabile con incentivi. E dunque dov'è lo stimolo a valersi delle agevolazioni statali?
Le ragioni della tenuta delle quotazioni dell'usato sono da ricercarsi essenzialmente nel fatto che, in un panorama decisamente preoccupante per il settore automobilistico (e non solo), la domanda di auto di seconda e terza mano si mantiene su discreti livelli. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Motorizzazione civile, nei primi dieci mesi dell'anno i trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture sono, infatti, in crescita dello 0,52 per cento. Depurando i dati dalle minivolture la situazione è leggermente peggiore, ma non tanto.
Secondo l'Aci, il cui ultimo consuntivo si riferisce a settembre, nei primi nove mesi dell'anno vi è stato un calo del 2,9 per cento. Un'inezia rispetto alla drammatica frenata del nuovo. Sulla discreta situazione dell'usato importanti indicazioni vengono anche dall'inchiesta congiunturale che il Centro studi Promotor conduce ogni mese su questo importante comparto del settore automobilistico. In particolare a fine ottobre la maggioranza dei concessionari (55%) ritiene che nei prossimi mesi la domanda di auto usate aumenterà o si manterrà quanto meno stabile sui non disprezzabili valori attuali.
La buona tenuta di questo mercato ha carattere più strutturale che congiunturale. Negli ultimi anni si sono aggiunti, infatti, nuovi sbocchi, nuovi canali e nuovi strumenti di vendita. Innanzitutto la domanda sta traendo vantaggio dallo sviluppo di una consistente e crescente corrente di esportazione verso i Paesi dell'Est in cui sta decollando il processo di motorizzazione di massa.
In secondo luogo ai segmenti di domanda interna tradizionali se ne sono aggiunti altri due, poveri ma comunque interessanti: quello degli immigrati e quello dei precari i quali, ovviamente, acquistano le vetture più vecchie. D'altra parte il mercato dell'usato che, per inciso, i concessionari ritengono più remunerativo di quello del nuovo, da qualche tempo sta ricevendo maggiori attenzioni dalle case automobilistiche (in passato piuttosto distratte) e da altre importanti organizzazioni del comparto automotive, e questo sta determinando nuovi approcci e nuove modalità di vendita.
Per fare un esempio l'Unrae – l'Associazione delle marche estere operanti in Italia – ha dato recentemente notizia che le case automobilistiche o le loro reti di vendita offrono auto usate certificate, cioè vetture con pacchetti di garanzia e di assistenza molto simili a quelli previsti per le auto nuove. E la stessa associazione fa rilevare come questo particolare mercato sia in fase di accelerazione.
Per fare un altro esempio Car Next, organizzazione per la vendita di auto usate provenienti dalle flotte aziendali, oltre a essere molto attiva su internet, ha aperto a Milano un salone in cui venderà al pubblico il suo usato recente con le stesse modalità, la stessa accoglienza al cliente, lo stesso approccio usato per le auto nuove. All'acquirente dell'usato, abituato a essere trattato come un cliente di serie B, sembrerà una rivoluzione copernicana.
Si stanno dunque creando le condizioni perché chi compra usato venga sempre più considerato un acquirente oculato attento al prezzo, ma anche alla qualità e al servizio. La domanda e le quotazioni dell'usato ne trarranno benefici, ma l'impatto sarà positivo anche per il mercato del nuovo. Perché nel 90% dei casi, cioè quando viene ceduto in permuta un usato, il prezzo effettivo per l'auto nuova è dato dalla cifra che si concorda con il concessionario dedotta la quotazione dell'usato che si cede. E se la sua quotazione è sostenuta, cala il costo reale del nuovo.

* Direttore Centro studi Promotor

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